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Coronavirus, immigrati irregolari in quarantena, divieti d’ingresso e cittadini schedati: provvedimenti nelle Regioni italiane

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“Ogni amministrazione territoriale, prima di emanare qualsiasi tipo di ordinanza, deve raccordarsi con l’autorità nazionale al lavoro in maniera permanente presso la sede della Protezione Civile: agire in maniera autonoma, senza un raccordo nazionale, rischia soltanto di creare caos e disinformazione“. È questa la linea del Governo, spiegata dal ministro degli Affari Regionali, Francesco Boccia, che ha così mandato un messaggio a tutti i governatori e sindaci italiani per la gestione dell’emergenza coronavirus. Una linea che, però, a livello locale non trova sempre appoggio e collaborazione: dalla Basilicata che ha annunciato la quarantena per tutti gli studenti provenienti dalle Regioni colpite, al Friuli-Venezia Giulia che ha pensato invece di mettere in isolamento “in via precauzionale” tutti gli immigrati irregolari sul territorio.

“In questo momento – ha aggiunto Boccia – le amministrazioni regionali e locali devono restare tutte al fianco dei presidenti del Nord coinvolti in questa prima fase dell’emergenza, in una battaglia di contenimento del rischio che coinvolge tutto il Paese. È prioritario, in queste ore, bloccare il contagio e tutti devono dare il loro contributo. Oggi più che mai è fondamentale l’unità nazionale e il raccordo tra tutti i livelli istituzionali”.

Basilicata: “Quarantena per gli studenti che tornano dalle Regioni colpite”
Tra i provvedimenti che hanno fatto più discutere c’è quello contenuto in un’ordinanza emessa dal Presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi, in cui si legge che “tutti i cittadini che rientrano in Basilicata provenienti da Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna e Liguria o che vi abbiano soggiornato negli ultimi 14 giorni dovranno rimanere in quarantena presso il proprio domicilio per 14 giorni, comunicando la propria presenza ai competenti servizi di sanità pubblica”. Con il provvedimento del governatore lucano è stato inoltre disposto che “i sindaci di tutti i comuni della Basilicata, in collaborazione con tutte le altre istituzioni comunali, censiranno i cittadini provenienti dalle stesse regioni”. “L’ordinanza che prevede la quarantena per chi torna in Basilicata riguarda solo chi è residente in Basilicata”, hanno poi puntualizzato dalla Regione.

Annuncio che ha scatenato le proteste, tra gli altri, del presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, secondo cui “è sbagliato generalizzare”, ha detto ai microfoni di Rtl: “Per chi viene dalla zona Rossa ha senso, tanto è vero che anche noi abbiamo bloccato la mobilità dei cittadini” di quella zona, ma per il resto della Lombardia “non ha molto senso. Significa bloccare il Paese“. Fontana, intervenuto anche a Italia 7 Gold, ha ribadito che i provvedimenti presi in giro per il mondo nei confronti dei cittadini lombardi “sono dettati dall’isteria e in particolare quello della Basilicata credo debba essere smentito nella maniera più rigorosa”.

Tanto che dalla Regione Basilicata arriva una parziale smentita della prima versione fatta circolare: l’ordinanza è “rivolta solo agli studenti lucani” che rientrano, hanno specificato.

Friuli-Venezia Giulia: “Quarantena per gli immigrati irregolari”
Mentre è stato dichiarato lo stop alle manifestazioni pubbliche e stabilita la chiusura delle scuole, in Friuli-Venezia Giulia il governatore leghista Massimiliano Fedriga, arrivando a un incontro a Udine con i sindaci della Regione, ha anche annunciato che “i migranti irregolari che venissero rintracciati sul territorio del Friuli-Venezia Giulia verranno messi in quarantena” in via precauzionale “come richiesto da Regione Friuli-Venezia Giulia”. Un provvedimento, assicura il governatore, che “ha ricevuto l’ok dal Governo“.

Calabria, divieto d’ingresso nel Comune di Mileto per chi proviene dalle Regioni colpite
In Calabria a prendere provvedimenti è il sindaco di Mileto, in provincia di Vibo Valentia, Salvatore Fortunato Giordano, che ha emesso un’ordinanza “contingibile ed urgente” per motivi sanitari, attraverso la quale dispone il “divieto per tutti coloro che sono o sono stati nei giorni immediatamente precedenti alla presente ordinanza, residenti o temporaneamente domiciliati nei comuni focolaio del coronavirus, di soggiornare sul territorio comunale”.

Come nel caso lucano, il sindaco spiega che la decisione è stata presa “a salvaguardia della salute pubblica per motivi precauzionale” e tenuto conto che “molti cittadini residenti anche temporaneamente al Nord Italia si stanno ritrasferendo sul territorio comunale”. Inoltre, per chi dovesse, violando l’ordinanza, raggiungere Mileto “è fatto obbligo di stare in quarantena presso la propria abitazione, a non entrare in contatto con altre persone, a rivolgersi al proprio medico di fiducia e/o a richiedere, attraverso i numeri pubblici, interventi sanitari domiciliari“.

Puglia, schedati i cittadini di Lombardia, Veneto, Emilia Romagna e Piemonte
Anche il Comune di Gravina, in provincia di Bari, ha preso un provvedimento simile a quello del paese calabrese, anche se meno restrittivo: “I cittadini provenienti dalle Regioni Lombardia, Veneto, Emilia Romagna e Piemonte, per qualunque ragione o motivo intenzionati a raggiungere o soggiornare nel territorio del Comune di Gravina in Puglia” sono invitati a “volere tempestivamente dare notizia, comunicando i propri dati personali, l’indirizzo di residenza o domicilio e la data di arrivo, al comando di Polizia locale”, ha fatto sapere il sindaco Alesio Valente. “Gli stessi – aggiunge – sono altresì invitati a contattare telefonicamente, senza ritardo, il proprio medico curante o in alternativa il dipartimento di prevenzione”.

Molise: “Chi è stato nelle Regioni colpite segnali l’ingresso entro due ore”
Stessa cosa in Molise, dove il governatore, Donato Toma, ha emanato un’ordinanza che prevede l’adozione di prescrizioni precauzionali al fine di verificare lo stato di salute delle persone provenienti dalle aree attualmente sottoposte a cordone sanitario. Il provvedimento stabilisce che i soggetti provenienti dalle aree nelle quali risulta positiva almeno una persona o nelle quali vi è comunque un caso riconducibile al coronavirus, o i soggetti che vi abbiano soggiornato negli ultimi 14 giorni, una volta giunti in Molise per motivi di lavoro, di studio, familiari o per qualunque altra ragione, sono tenuti a comunicare la loro presenza sul territorio all’autorità sanitaria locale che provvederà a mettere in atto le adeguate misure di prevenzione della diffusione del virus. La segnalazione dovrà essere effettuata non oltre due ore dall’ingresso nel territorio regionale al proprio medico curante, oppure al numero 1500 del Ministero della Salute, oppure al numero 118 del Sistema territoriale che provvederà a darne comunicazione al Servizio di medicina pubblica competente ad avviare la procedura.

Campania, turisti lombardi e veneti respinti da un hotel a Benevento
Come da disposizione governativa, il governatore Vincenzo De Luca ha invitato tutti i sindaci della Regione a “non procedere ad atti unilaterali ma a comunicare immediatamente gli eventi sospetti”. Nel frattempo, però, il pronto soccorso dell’ospedale San Giuseppe e Melorio di Santa Maria Capua Vetere è stato chiuso per la verifica di un caso sospetto di coronavirus, come riferito dal consigliere regionale dei Verdi, Francesco Emilio Borrelli, componente della commissione Sanità della Campania. Inoltre, ha aggiunto, “al San Giovani Bosco sono ricoverati due 19enni, uno di Monza e l’altro di Milano, mentre all’ospedale San Paolo è ricoverato un 48enne, proveniente da Monza che aveva partecipato alla maratona sul Lungomare. Attendiamo l’esito dei tamponi per capire se davvero ci troviamo di fronte dei casi di coronavirus, in ogni caso non diamo vita a inutili allarmismi, serve prudenza e precauzione”.

Per paura del contagio, un pullman di fedeli di San Pio provenienti dai comuni della Lombardia e dal Veneto non interessati dai focolai si è visto negare l’alloggio per questa notte in una struttura alberghiera di Benevento, nonostante avessero prenotato da due mesi. Un divieto, quello nei confronti dei 44 turisti, assunto in via precauzionale, si giustificano i gestori, dopo i recenti fatti di cronaca in merito al proliferare dei casi di contagio da coronavirus in alcune zone del Nord Italia. La comitiva, proveniente da San Giovanni Rotondo, era giunta in mattinata a Pietrelcina, paese natale di San Pio, dove ha pranzato per poi trasferirsi nel centro storico della città di Benevento.

Sul posto sono intervenuti gli agenti della Polizia Municipale e della Questura, allertati dai responsabili dell’albergo. Per motivi di sicurezza il pullman è stato poi scortato all’interno del Terminal per consentire l’identificazione. Dopo circa un’ora, la comitiva ha deciso di lasciare la città e di proseguire il viaggio verso casa.

Sicilia, in quarantena i 274 sbarcati dalla Ocean Viking
In giornata il presidente della Regione Sicilia, Nello Musumeci, ha convocato un vertice operativo per concordare misure preventive omogenee da adottare in tutti i Comuni dell’Isola. Assieme all’assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza, saranno presenti anche il dirigente generale del dipartimento delle Attività sanitarie, Letizia Di Liberti, il capo della Protezione civile regionale, Calogero Foti, e il presidente dell’Anci Sicilia, Leoluca Orlando.

Tra i primi provvedimenti presi, intanto, c’è quello di mettere in quarantena nell’hotspot di Pozzallo i 274 migranti sbarcati dalla Ocean Viking. Sulla nave non c’era alcun caso sospetto ma l’isolamento, ha sottolineato Musumeci, è stato deciso “in conformità alle decisioni prese dall’Unità di crisi convocata nei giorni scorsi dall’assessore alla Salute”. L’equipaggio rimarrà invece per 14 giorni a bordo.

A San Fratello, in provincia di Messina, sono intanto in isolamento le 7 persone entrate in contatto con l’insegnante di Codogno rientrata venerdì in Sicilia, mentre quattro operai di Mussomeli, in provincia di Caltanissetta, rientrati da un paesino vicino a Vò Euganeo, nel padovano, si trovano in isolamento volontario nelle loro abitazioni. Gli uomini, che erano fuori per lavori, sono rientrati in Sicilia tre giorni fa e non presentano alcun sintomo. “È una misura precauzionale – ha spiegato il sindaco di Mussomeli, Giuseppe Catania – I quattro operai si sono autodenunciati e hanno concordato con le autorità sanitarie un isolamento volontario di 14 giorni”.

Sources : https://www.ilfattoquotidiano.it/

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février 25, 2020 admin

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